Come avviene la fusione dell’oro usato? Conviene trasformare il proprio oro? Scopriamolo insieme.
Iniziamo subito con il dire che l’oro ad oggi è considerato un bene rifugio, uno tra i metalli esistenti in natura più preziosi. Ma è davvero così? Molti non sanno che in realtà, il valore di un metallo è strettamente connesso alla sua rarità, alla difficoltà di estrazione o di produzione e ancora alle sue proprietà chimico-fisiche, qualità che ne definiscono i campi pratici di utilizzo.
Questi fattori vengono presi in considerazione dai mercati, secondo i quali da un punto di vista economico-finanziario sembra che metalli come il Rodio e il Platino siano in grado di usurpare la prima posizione all’oro puro. E l’oro usato invece?
È opportuno sottolineare che quando si parla di fusione dell’oro, ci si riferisce principalmente all’oro usato, ovvero al metallo che è stato acquistato, perlopiù sotto forma di gioielli, e poi rivenduto. I motivi per i quali si vende l’oro sono diversi, si tratta di pezzi non più integri, posate conservate da anni nei cassetti a prendere polvere, orecchini spaiati, piatti e quant’altro.
Nei casi sopracitati è indispensabile procedere con la fusione dell’oro usato, per recuperare quello puro e donargli una nuova vita.
Tecniche di fusione
Il sistema più utilizzato per fondere lingotti o gettoni d’oro è la cosiddetta fusione a cera persa. Si tratta di un procedimento utile per la creazione di oggetti, semplici o complessi, tramite la fusione di un modello o stampo.
Non ci sono dubbi sul fatto quest’ultima sia una tra le più antiche tecniche di formatura del metallo conosciute. Risalente a circa 6000 anni fa, con i dovuti ammodernamenti, questa tecnica è ancora molto usata, in particolar modo nella produzione di gioielli e opere d’arte, nonché in campo odontoiatrico.
Nel settore industriale, ancora, la fusione a cera persa viene utilizzata per creare parti metalliche di precisione da investire nel settore ingegneristico e produttivo.
Altra interessante tecnica è quella della pressofusione, detta anche Fonderia in conchiglia sotto pressione, è un particolare processo di fonderia in forma permanente, in cui metallo fuso viene iniettato ad alta pressione in uno stampo metallico.
I gioielli che si trovano in commercio, si ottengono con la fusione dell’oro. Le tecniche usate sono diverse e varino in in base al tipo di creazione: ad esempio dal cesello alla filigrana, passando per lo sbalzo. Quando si parla di gioielli in oro vengono utilizzati crogioli di dimensioni ridotte. Vediamolo nel dettaglio.
Fondere l’oro usato
Come avviene la fusione dell’oro? Semplice. Portando il metallo al cosiddetto punto di fusione, ovvero alla temperatura grazie alla quale l’oro diventa liquido. Come risaputo, il punto di fusione dell’oro è di 1064 gradi centigradi.
Per procedere con la fusione, quindi, basta inserire gli oggetti da liquefare all’interno di un crogiolo (un recipiente di forma troncoconica, di materiale resistente ad alte temperature, utilizzato per la fusione dei metalli) e aggiungere salnitro e borace in quantità minime.
Perché li aggiungiamo? Perché il borace scioglie i metalli nobili e forma sul metallo in fusione una pellicola che lo protegge dall’ossidazione. E il salnitro invece? Quest’ultimo si aggiunge dopo il borace e serve a rendere più liquida la fusione, in particolar modo nel recupero di polveri.
Raggiunta la temperatura voluta, si procede con:
- Estrazione dal forno del crogiolo
- Colata del metallo (prima che si solidifichi di nuovo) in uno stampo per lingotto o in un’altra forma per poi procedere con l’analisi della purezza dell’oro.
La fusione, inoltre, consente di separare l’oro da eventuali altri metalli presenti in lega. Il suddetto procedimento prende il nome di affinazione.
Un bagno in acido solforico è necessario per eliminare gli scarti e dare brillantezza all’oggetto, che dopo l’analisi sopranominata, può essere commercializzato.
Attenzione però.
Al fine di evitare riciclaggio di oggetti rubati, secondo quanto stabilito dalla Legge, le fonderie non possono acquistare direttamente da privati cittadini. Per vendere l’oro, infatti, gli operatori devono possedere autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti. Il consiglio pertanto è di vendere i propri oggetti in oro a professionisti specializzati nella compravendita dell’oro usato, come ad esempio i compro oro.
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